La gita in barca sul lago Inle è davvero qualcosa di imperdibile. Si parte la mattina presto, qui in Myanmar molto più che in altri posti ci si sveglia molto presto approfittando delle ore fresche della giornata, così incredibilmente anche noi abbiamo preso questo ritmo, anche perché la sera alle 10 è tutto già chiuso e sono già tutti a letto! Quindi alle 8 am siamo già al molo pronte a partire!
A quest’ora è ancora fresco ed in barca lo è anche di più, per fortuna ci siamo vestite a strati. Nell’ora di barca che ci separa dal primo sito, incontriamo i famosi pescatori equilibristi, alcuni dei quali appositamente agghindati coi vestiti tradizionali per posare per i turisti ovviamente a pagamento… ecco come il turismo sconsiderato riesce a rovinare posti meravigliosi come questo o come Bagan snaturando la natura dei luoghi e dei suoi abitanti!
Per fortuna oltre ai finti pescatori ci sono anche quelli veri che pescano pesci e anche quelli che pescano alghe. La vita sul lago ferve tutto il giorno forse perché la brezza del lago mitiga la calura delle ore assolate! Comunque la prima tappa non è il tempio……. Ma un negozio di lavorazione dell’argento su palafitta ai margini di un paesino “volante” sul lago (c’era da immaginarselo!) comunque non è un grosso problema, ti fanno vedere le lavorazioni artigianali ed incredibilmente precise di cui sono capaci (tutto rigorosamente a mano) poi se vuoi compri, se non vuoi va bene lo stesso nessuno ti costringe a comprare niente!
Finalmente arriviamo al villaggio Nyaung Ohak dal quale poi parte la lunga scalinata coperta che porta in cima alla collina. La lunga passeggiata è tempestata di venditori di qualsiasi cosa di artigianato locale che possa interessare i turisti (sciarpe, longyi, argento, giada, statue di legno, maschere, marionette, tessuti ricamati, ecc) a prezzi veramente esorbitanti, lo dico perché poi abbiamo visitato il mercato locale di Nyaungshwe dove oltre ai prodotti locali si trova anche qualche bancarella con oggetti per turisti a prezzi di partenza già almeno la metà poi ovviamente bisogna trattare dimezzando ancora!
Se sopravviverete ai venditori e alla calura arriverà la ricompensa, e comincerete ad intravedere i primi stupa che formano l’antico complesso di Shwe Inn Thein Paya 1054 zedi (stupa), davvero incredibile. Purtroppo il tempo e gli incauti restauri (qui la parola restauro conservativo assume un significato tutto locale e differente dal nostro!) hanno dato uno strano aspetto a questo luogo, a metà tra il moderno e l’antico difficile da descrivere! I Budda che decoravano i quattro punti cardinali di ogni stupa sono stati saccheggiati in epoche passate o distrutti dai vari terremoti che hanno funestato l’area, ma il suo fascino permane intatto, si sente la presenza della sacralità del tempo e delle preghiere così ben descritta in “Passeggiate in terra buddista – Birmania” di Christine Jordis. “Una pace di una qualità particolare leggera, quasi ponderabile, abita questi santuari: il viaggiatore, anche se non vuole prestarvi particolare attenzione, ne sente le benefiche virtù. I birmani credono nell’invisibile, per questo misurano l’importanza dei templi non solo in base alle dimensioni o all’architettura, ma anche al tempo lungo il quale la speranza e il fervore degli uomini vi si sono depositati, lasciando una traccia che non si può vedere ma che impregna lo spirito.”
Verso il mezzogiorno torniamo verso la barca dove il giovanissimo ragazzo che la guida masticando Betel (e conseguentemente sputando di continuo) ci aspetta per portarci a pranzo in un posto che sa lui…. Va beh che ve lo dico a fare, il peggior pranzo che abbiamo mai fatto (se non altro almeno anche il più economico)! Ma in mezzo al lago in una valle sperduta siamo nelle sue mani!!!!
Dopo questo lauto pranzo l’itinerario della nostra gita in barca sul lago Inle continua e veniamo portate agli altri templi.
Il Phaung Daw Oo Paya con le cinque, ormai irriconoscibili, statue di Budda (irriconoscibili dalle tante foglie d’oro di cui sono ricoperte) che annualmente vengono portate in processione sul lago su un improbabile barca a forma di pavone dorato, anche qui come dalle nostre parti le processioni assumono caratteri pittoreschi!
Poi all’ex tempio dei gatti saltanti (Nga Hpe Cat Monastery), dico ex perché ad oggi i gatti presenti pur essendo numerosi non saltano più e non hanno nemmeno tanto piacere di essere disturbati! Sono leggermente aggressivi se disturbati!
La via del ritorno ci vede passare tra gli orti galleggianti, qui si coltivano pomodori buonissimi su isole ricavate da pali piantati in acqua su cui impigliandosi le alghe si crea un substrato perfetto per coltivare pomodori, ma non solo, anche zucchini, frutta e fiori! I contadini pagaiano su e giù tra i filari con le loro barche a fondo piatto per coltivare i raccolti di questi strani orti!
Incrociamo altri pescatori che a quest’ora pescano davvero, così avvicinandoci, ma non troppo, cerchiamo di carpire la loro stravagante tecnica di pesca, ma non è affatto facile!!!
Tornate al molo, ci sono già dei nuovi avventori per il nostro barcaiolo che vogliono vedere il tramonto sul lago, così si conclude questa gita in barca sul lago Inle.
POST sul Lago Inle:
Grazie katniss per la condivisione!
Da completamente negata in geografia, ho dovuto andare a vedere cosa fosse Myanmar, ed ho scoperto con piacere che è la Birmania..un viaggio che prima o poi farò senz’altro
Si ex Birmania ora Myanmar
Se davvero lo vuoi fare, cerca di farlo il più presto possibile, perché questo luogo meraviglio si sta troppo velocemente globalizzando e si sta facendo rovinare dal progresso che gli è piombato addosso tutto ad un tratto!